L'ironia della sorte e il primo assegno di nonno

Prima di continuare il racconto, due notizie. La prima, oggi mi ha chiamato il tecnico del Comune che aveva raggiunto l'area dove costruiremo la casa, per spostare un palo della luce che ostruirebbe il passaggio di ruspe, camion e altri mezzi pesanti. Un punto a favore.

La seconda, venerdì comincerà lo scavo e io non ci sarò. Ecco l'ironia della sorte cui alludo nella prima parte del titolo. Tra due giorni arrivano le ruspe, si comincia a lavorare davvero e io sarò a Urbino. Vado a fare un giornale, eh, non al mare. Però mi dispiace lo stesso. Un punto contro.

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Ma riprendiamo da dove eravamo rimasti. Castel Madama. La ditta che fa le case di legno. Arriviamo e ci sarebbe da tornarsene di corsa all'Aquila: scendiamo dalla macchina e si sente, nettissima, una puzza di bruciato. Alzo gli occhi al cielo e c'è quello che a tutta prima sembra un silos (e lo è) che fumica, la sirena dei Pompieri si sente in lontananza. "È pieno di segatura, sta andando a fuoco", ci spiegano. Cominciamo bene!

Ci accoglie uno dei titolari (ditta fidata ho detto, ricordate?) e andiamo nel suo ufficio. I soffitti sono di legno, naturalmente: la specialità della casa. Servendosi del capitolato come fosse un "copione", ci illustra come sarà la casa, cosa ci sarà, cosa non ci sarà, cosa è compreso e, su mie pressanti richieste, anche cosa non è compreso. Vediamo il progetto di base che hanno fatto loro. Tre camere, tre grandi camere, due bagnetti un po' striminziti ma vabè, una sala&cucina forse un po' troppo schiacciata. Vedremo. Si parlotta, si contratta, si va ai dettagli. Lo stuolo di parenti che abbiamo portato, stile-osservatori Onu, si esprime e disserta.

Siamo all'ultima pagina del contratto, si parla di soldi. La cifra è quanto ci aspettavamo, qualcosina in più verrà contando tutti gli altri aspetti non compresi dall'accordo; uno su tutti, la base di cemento che reggerà la casa. Poco male. Blando tira e molla sullo scadenziario delle tranche dei pagamenti e si va alla firma. C'è da pagare l'anticipo. L'immacolato blocchetto degli assegni, preso in banca solo qualche ora prima, stride con la calligrafia del tempo che fu della firma che nonno ci mette su. Una firma importante. Una firma che vale una casa.

Torniamo a casa. Qualche soldino in meno, qualche pensiero in più. Si chiude alla paesana, giusto così: vino, salame, sedie da giardino in cerchio e chiacchiera libera. Guido assente verso la costa, che ci ospita. Il primo passo ufficiale è fatto.

(continua...)

5 commenti:

Ald ha detto...

subito firma?
xche' non sentire piu proposte/preventivi?

Alb ha detto...

Perché eravamo convinti, perché non c'era tempo e perché ho scoperto che è impossibile confrontare preventivi diversi di ditte diverse.

Giulia Agostinelli ha detto...

allora mi riempio anche io il bicchiere di vino e lo alzo alla vostra!!! in bocca a lupo Alb!

Unknown ha detto...

Iniziare a costruire una casa in legno con la puzza di bruciato non è il massimo. Ma sarai tu Ors?

Alb ha detto...

Pò esse...

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